appena nata, tanta voglia di fare e l'arte di arrangiarsi. Non si è mai risparmiata, nel lavoro,
nella vita, come nei sentimenti. Istintiva, testarda e passionale, senza mezzi termini.
Se qualcuno a pelle le piaceva, gli avrebbe dato anche il cuore, altrimenti meglio starle lontani. D'altra parte, in casa è sempre stata conosciuta anche come l'inflessibile maresciallo di ferro. Temibile e temuta, c'era da augurarsi che non le girasse storto qualcosa, se no erano guai. Insomma diciamo pure che aveva un carattere parecchio complesso e discutibile, che in gran parte io ho ereditato! Mi ha dato tanto, sempre. Ho assorbito come una spugna tutto quell'amore e gli insegnamenti un po' sopra alle righe che mi ha trasmesso negli anni e ancora ho il cuore pieno di lei.
Non penso mai che non c'è più, perché davvero mi sembra che sia ancora qui. Mi ricordo tutto per filo e per segno di lei e immagino anche come potrebbe comportarsi in certe occasioni o peggio, anche quello che potrebbe dire...e rido sotto sotto!
E poi ecco il cibo, che con i suoi profumi, i sapori e i riti di preparazione, ha il potere di farmi tornare indietro nel tempo.
Quando ero piccola le grispelle calabresi venivano preparate nel periodo del Natale, peraltro momento in cui si cucinavano anche dolci, teglie di pasta al forno e tortelli per il pranzo del 25. Era tipo un tour de force casalingo. Mia nonna, la mia mamma e mia zia si ritrovavano nella cucina in taverna e lì si creava la magia. Io adoravo stare lì tra farina, uova, assaggini e soprattutto stare in mezzo a loro tre che sfaccendavano insieme, calme e rassicuranti, in quel profumo di famiglia.
Inutile dire che le quantità le dettava mia nonna, decisamente irrazionale anche nelle porzioni da preparare. Ma con le grispelle faceva bene ad esagerare, perché tutti aspettavamo di mangiarle dall'anno prima e a forza di assaggiarle finivano in un baleno.
E io, che lavoravo ancora di fantasia come solo i bambini sanno fare, ne prendevo ogni anno almeno una e mi appartavo. Bella, dorata e lucente, tonda perfetta come avrebbe potuto essere solo il gioiello di una principessa, dovevo per forza agghindarmi! E la grispella si trasformava nel più bel bracciale d'oro che avessi mai indossato...però devo dire che era un attimo averla al polso e ritrovarsela tra i denti!
Mi sono sempre piaciute e buone come quelle di nonna non le ho mai mangiate, finché non ho provato a rifare alla lettera la sua ricetta, che mi ha portato indietro a quando ero bimba.
Queste grispelle nascono dalle sue indicazioni precise.
Ingredienti
per circa 30/40 grispelle
1 kg di patate a pasta gialla
275/300 gr circa di farina 00
50 grammi di lievito di birra fresco
sale 3/4 prese
un goccio di latte o acqua
una puntina di zucchero semolato
olio di semi per la frittura
per circa 30/40 grispelle
1 kg di patate a pasta gialla
275/300 gr circa di farina 00
50 grammi di lievito di birra fresco
sale 3/4 prese
un goccio di latte o acqua
una puntina di zucchero semolato
olio di semi per la frittura
Lavare accuratamente le patate sotto acqua corrente e metterle in un tegame con abbondante acqua fredda che le copra completamente in superficie e una presa di sale.
Lasciar cuocere dal primo bollore fino a che saranno morbide, ma non sfatte,per circa 20-30 minuti a seconda anche della grandezza.
Quando sono cotte, scolarle, sbucciarle e passarle nello schiacciapatate per ridurle in purea.
Far raffreddare bene.
Sciogliere il lievito di birra in un goccio di latte o acqua, aggiungendo una puntina di zucchero.
Unire il lievito alla purea di patate fredda e aggiungere gradualmente la farina.
La quantità di farina da utilizzare dipenderà dal tipo di pasta della patata, quindi meglio iniziare mettendone un po' di meno, circa 275 grammi, per poi aggiungerla nel caso in cui il composto risultasse troppo morbido una volta lavorato.
Lavorare il composto amalgamando grossolanamente gli ingredienti, unire il sale e impastare fino ad ottenere un panetto morbido ma compatto.Infarinare benissimo una spianatoia di legno o un piano di marmo, su cui andremo a sistemare le grispelle per la lievitazione.
Prendere l'impasto, staccare dei pezzetti di pasta e lavorarli con le punte delle dita, allargando il cilindro di pasta alle estremità fino a creare dei filoncini (stesso procedimento che si utilizza per preparare gli gnocchi) lunghi circa 15 cm e larghi 1-1,5 cm.
Unire le due estremità a formare una ciambellina e sistemarla sulla spianatoia ben infarinata.
Quando tutte le ciambelline sono pronte, coprirle con una tovaglia in cotone e sopra con una bella coperta pesante di lana, come insegna nonna.Lasciar lievitare per due,tre ore.
Quando le grispelle saranno lievitate, far riscaldare l'olio di semi in una padella portandolo a 180 °C e intanto disporre la carta assorbente su un vassoio, su cui adageremo le ciambelline una volta fritte a scolare dell'olio in eccesso, e un'altro vassoio su cui le sistemeremo una volta tolte dal primo, pronte per essere mangiate.
Quando l'olio ha raggiunto la temperatura, prendere delicatamente con due mani la grispella, che sarà molto morbida, e calarla nell'olio.
Friggerne 4-5 alla volta, in base alla padella che utilizzerete, per poterle gestire bene senza comprometterne la frittura.
Cuocere da un lato fino a doratura, girare e lasciar dorare anche l'altro lato.
Controllare costantemente che la temperatura dell'olio sia giusta, in modo che non assorbano olio o non scuriscano troppo velocemente.
Via via che sono pronte, scolare le grispelle e sistemarle nel vassoio con carta assorbente, per poi trasferirle in quello finale.
Gustare calde.
Troverete una crosticina croccante a fare da scrigno a una pasta soffice dal sapore di patate.Se sono state fritte correttamente devo dire che non sono male neppure il giorno dopo!
Che poeticità e che acquolina in bocca, vorrei proprio essere tuo marito per assaggiare ... Fatto!
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