Amata, odiata, uccisa, rimpianta o tradita con il lievito di birra.
Inutile dire che mi aveva tentata fin da subito. Anch'io volevo entrare in quel turbinio di passioni contrastanti. Mi vedevo già tra nuvole di farina a inveire contro di lei, per poi amarla subito dopo alla follia e panificare, panificare, panificare all'infinito.
Poi, per amore della linea avevo deciso di lasciar perdere.
Quando ecco il colpo basso...arriva una cara amica di famiglia con un regalo per me e da un vasetto di vetro fa capolino lei, sembra così piccola e indifesa che subito ci casco dentro con tutte le scarpe e inizio...
Tra nuvole di farina, la coccolo e la nutro con amore e costanza.
Davvero, non può che essere amore, perché io costante non lo sono mai se non con il cuore.
Lei mi contraccambia, mi dà le prime soddisfazioni, ci guardiamo negli occhi e impariamo come far crescere il nostro rapporto e la passione tra noi aumenta.
Pane di ogni tipo, focacce, grissini, brioche, trecce salate, dolci lievitati...
Il sapore e la morbidezza dei suoi baci sono cose da non credere.
Arriva il giorno in cui le nuvole di farina si dissipano un po' ed ecco che intravedi lo specchio proprio lì. Chi è quella che mi guarda? Salve!No, perché quella non sono io! Dev'essere timida perché non risponde. Allungo una mano e tocco il vetro e sì, realizzo che è arrivato il momento di odiarla quella pasta madre!
Ma dopotutto penso che gli effetti collaterali dei lievitati con pasta madre siano del tutto trascurabili, perché i benefici e il gusto ne guadagnano in modo impareggiabile.
Da quando ho iniziato ad usarla a oggi, i miglioramenti ci sono stati.
La gestisco nel modo più semplice possibile, visti gli impegni e il poco tempo, ma il risultato mi soddisfa.
Credo poi che l'unico modo per prenderci la mano sia utilizzarla e sperimentare, solo così si capisce come ci si può migliorare e regolare con ingredienti, tipologie di impasti e soprattutto con i tempi di lievitazione, che cambiano moltissimo in base alla stagione e alla temperatura che si ha in casa.
Spinta dall'entusiasmo ho provato anche a fare proseliti, dispensando a destra e a manca barattoli con
palline di pasta madre vivace e piena di potenzialità. Credo siano morte tutte!
Mi è stato detto che richiede troppo tempo starle dietro o che le lievitazioni richiedono troppo tempo.
Io credo che meriti la pena provare, perché non è così complicato provare a tenerla in vita e perché, con un po'di organizzazione, e per dirlo io vuol dire che serve veramente minima, i tempi di lievitazione si riescono a gestire benissimo e lei fa tutto da sola, donando al prodotto finito una digeribilità, una fragranza e un aroma favoloso.
Dico solo: provate!
Chi, come me, ha la fortuna di avere qualcuno che gliela possa fornire già pronta e vivace la prenda e ringrazi, ché è un bel dono!
A chi deve partire da zero, creandola di sana pianta, consiglio di dare un'occhiata sul web, c'è un'infinità di ricette per iniziare.
Per invogliarvi a mantenerla viva e attiva indico il procedimento semplice, semplice, con le informazioni base per avere un buon risultato.
Sia ben chiaro che questa è una gestione amatoriale e del tutto personale della pasta madre e non vuole essere un trattato scientifico o tecnico su questo tipo di lievito.
Chiamiamola pasta madre per principianti!
Sia ben chiaro che questa è una gestione amatoriale e del tutto personale della pasta madre e non vuole essere un trattato scientifico o tecnico su questo tipo di lievito.
Chiamiamola pasta madre per principianti!
Pasta madre solida
idratata al 50%, composta quindi da due terzi di farina e un terzo di acqua.
La mantengo in vita rinfrescandola ogni 4-5 giorni o 4-5 ore prima di usarla, se necessario in base alla ricetta, con il seguente procedimento: elimino eventuali parti secche in superficie e prendo una parte di lievito dal cuore della pasta madre, corrispondente alla quantità che voglio mantenere pronta e vivace per l'utilizzo e unisco lo stesso peso di farina (io uso una farina forte, con il 13% di proteine indicato sulla confezione e utilizzo sempre la stessa per i rinfreschi; può andare bene una Manitoba del supermercato) e l'acqua naturale a temperatura ambiente (intorno ai 20-22°C) in quantità pari al 50% del peso della farina. Impasto velocemente fino a rendere omogeneo il panetto. Dopodiché incido sulla superficie una croce con il coltello a lama affilata e ripongo la pasta in un barattolo di vetro a chiusura ermetica. Per i rinfreschi successivi, lavo accuratamente il barattolo con acqua bollente togliendo tutti i residui lasciati dalla pasta madre, prima di utilizzarlo di nuovo. Dopo aver tenuto il lievito rinfrescato nel contenitore ben chiuso per 1-2 ore a temperatura ambiente, permettendogli di avviare la fermentazione, lo ripongo in frigorifero. Estraggo dal frigorifero un paio di ore prima di utilizzare la pasta madre, poi procedo.
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